“Ci sono dei momenti in cui ho voglia di star solo …
In questi momenti vedo solo la mia vita
e la mia sofferenza è la mia sola verità“
Niente di più vero, niente di più giusto. Ci sono dei momenti in cui siamo in grado di trovare una forza interiore tale da poter affrontare qualsiasi tipo di avvenimento, ci sono altri momenti in cui questa forza diminuisce un po’ ma comunque ci si trascina per la propria strada pensando che “… tanto prima o poi andrà meglio” , poi ci sono altri momenti in cui questa stessa forza viene a mancare e qualsiasi episodio, anche se banale, ci sembra una montagna troppo alta da scalare.
A volte sembra che gli eventi negativi si concentrino su di noi e decidano ,per qualche assurdo motivo, di scagliarsi prepotentemente sul nostro cammino, tutti insieme ovviamente senza lasciarci scampo e noi, forti della nostra credenza che tanto “prima o poi tutto andrà meglio” proseguiamo, camminiamo nonostante la stanchezza, nonostante si stia perdendo quel motore iniziale che ci faceva alzare con il sorriso e nonostante un certo tipo di rabbia e di malcontento subdolamente e silenziosamente iniziano ad insinuarsi nel nostro essere e allora mi chiedo: quando arriverà il momento di fermarsi , vedere la propria vita e ascoltare la propria sofferenza?
Credo che per tutti arrivi quell’istante in cui si deve prendere prepotentemente il diritto di occupare fisicamente e mentalmente uno spazio tutto per sé nel quale sentirsi finalmente protetti, non giudicati, nel quale poter sprofondare in una poltrona e, ahimè spesso e volentieri ci si prova su di una sedia! e iniziare, con i propri tempi psichici, a parlare di sé stessi, delle proprie sofferenze, dello stress che si è costretti ad accumulare ogni giorno della propria vita e di qualsiasi cosa si voglia.
È bello sentirsi in diritto di poter essere felice e, forse, per farlo bisognerebbe impegnarsi e ritagliare un momento tutto per sé non grande, piccolo, di un’oretta circa , senza sentirsi in colpa, senza pensare che “vabbè tanto non è importante”, “vabbè tanto c’è la faccio da solo”, in due si è più forti e quando tra questi due c’è un professionista che ha dedicato parte della propria vita allo studio della psiche forse, con la giusta collaborazione, si potrebbe arrivare ad un certo tipo di benessere che potrebbe farci ritrovare quel motore iniziale perduto.
“Passerà anche questa stazione senza far male. Passerà questa pioggia sottile come passa il dolore” , prima o poi tutto passa, ci credo fermamente e continuerò sempre a sostenerlo ma se nel percorso verso il “passa” si decidesse di avvicinarsi ad un supporto psicologico cosa cambierebbe?
A voi la scelta…
Dott.ssa Maria Sofia Cirillo
Psicologa