Senza le emozioni la nostra vita sarebbe priva di significato, di spessore, di ricchezza, di gioia e verrebbe meno anche il desiderio di comunicare fra di noi.
Gli etologi hanno dimostrato che le espressioni facciali, la postura, lo sguardo e la gestualità, comunicano la presenza di una determinata emozione e come queste siano universalmente riconosciute e condivise da differenti popolazioni, come ad esempio quando si voglia manifestare uno stato di appagamento oppure di pericolo.
Attraverso le emozioni esprimiamo i nostri bisogni, i nostri diritti e le nostre frustrazioni. Le emozioni sono anche indicatori del nostro livello di soddisfazione e ci motivano a mettere in atto dei cambiamenti.
Quotidianamente proviamo diverse emozioni e ne sperimentiamo differenti gradi di intensità, senza necessariamente cristallizzarci su una sola. Quando invece ci focalizziamo su uno stato emotivo negativo, quale la rabbia, la vergogna, la tristezza o la paura, ci sentiamo sopraffatti dalle emozioni negative e incapaci di saperne regolare l’intensità. Questa sensazione è percepita come una delle esperienze più problematiche per i pazienti. In questi casi le convinzioni negative sulle proprie emozioni (“nessuno può capirmi”, “nessuno può aiutarmi”, “se ne parlo risulterò debole”, “sento un vuoto”, “mi vergogno” …) spingono i pazienti emotivamente vulnerabili a utilizzare strategie di evitamento nella percezione delle emozioni (sviluppo di un blocco emotivo in seguito a eventi fortemente traumatici) o di mancato riconoscimento dell’emozioni altrui (incapacità di ricambiare il sentimento d’amore in una relazione) o comportamenti autolesivi (procurarsi del male, assumere alcool o sostanze, restrizioni o abbuffate alimentari, perdita del sonno…).
La regolazione dell’emozioni in psicoterapia aiuta i pazienti a riconoscere e sperimentare l’intera gamma di emozioni, senza permanere in qualsivoglia stato emotivo.
Dott.ssa Angelica Carlone
Psicologa – Psicoterapeuta