La comunicazione del bambino è sia verbale che non verbale, cerchiamo di leggere i suoi segnali
Il linguaggio appare sin dai primi istanti di vita nel bambino, nei primi tempi si riduce al pianto e al sorriso e attraverso questo sistema ci comunica il suo malessere o benessere, “comunicazione non intenzionale”. Nelle settimane successive dopo la nascita il bambino comunica attraverso altri suoni (p.e mentre sbadiglia), ovvero le “reazioni circolari vocaliche“(p.e strilli).
Passati i primi mesi inizierà a vedere in maniera nitida e stabilirà un contatto diretto con i suoi simili, il sorriso avverrà in maniera esogena dovuto all’interazione visiva.
Dai 3 ai 5 mesi il bambino produce vocalizzi non di pianto, successivamente con suoni consonantici labiali. Il sorriso si trasforma in sorriso sociale, si sviluppa inoltre il gazefollowing, (quando il bambino ti segue con lo sguardo).
Al sesto mesi inizia invece la lallazione o meglio consonante e vocale ripetuta. Verso i 9-10 mesi si sviluppano i gesti deittici, il bambino inizia a indicare che ha due significati: richiestiva e direttiva.
12-13 mesi pronunciazione di parole comuni (p.e mamma e papà)
14-18 mesi le prime parole-frasi
18-24 mesi, il vocabolario si arricchisce, il 50% delle consonanti è prodotto correttamente
24-36 mesi: il 70% delle consonanti è prodotto correttamente, uso dei pronomi
3-5 anni: i discorsi sono comprensibili, ma possono essere presenti difficoltà nei fonemi “r” “v”
6-11 anni: sviluppo grammaticale completo e arricchimento del linguaggio con la scolarizzazione
In questo percorso è fondamentale stimolare il bambino al linguaggio con un ritmo lento e articolato, si consiglia la lettura di libri con immagini illustrate.
“Osserva gli occhi di un bambino, la loro freschezza, la loro radiosa vitalità, la loro vivacità. Assomigliano a uno specchio, silenzioso ma penetrante: solo occhi simili possono raggiungere le profondità del mondo interiore”
(Osho Rajneesh)
Fonte: www.nostrofiglio.it